Cape Cod: la storia poco nota di un intrigante modernismo in riva al mare.

Categoria: libri


18/04/2018 - Author: F.M.
Titolo: Cape Cod Modern: Midcentury Architecture and Community on the Outer Cape
Autore: Peter McMahon, Christine Cipriani
Metropolis Books, 2014 - Edizione illustrata - 272 pagine
ISBN: 1935202162, 9781935202165

 

Nell'estate del 1937 molte delle migliori menti del Bauhaus, come Marcel Breuer, Herbert Bayer, Laszlo Moholy-Nagy e altri, decisero di abbandonare l'Europa per emigrare in America. Fra questi anche il grande Walter Gropius, fondatore del Bauhaus e professore alla nuova Graduate School of Design di Harvards. Gropius affittò una casa sull'isola di Planting, vicino alla base di Cape Cod. Con sua moglie, Ise, la sistemarono in poco tempo e di lì a breve organizzarono una riunione festiva alla quale invitarono gran parte dei loro amici, studenti e conoscenti emigrati dall’Europa.
All’inizio le idee non erano molto chiare. Avevano cominciato a costruire delle case per se stessi e le loro famiglie o per degli amici che condividevano le loro stesse idee, ma non avevano clienti. Le loro case erano più che altro laboratori, luoghi dove mettere a frutto idee e progetti senza grandi pretese o costi eccessivi. In realtà, si trattò di un fermento che in breve tempo avrebbe prodotto opere eccezionali, frutto di un lavoro inusuale, molto diverso da tutti gli altri, in quanto non condizionato dall’esigenza di vendere o dalla necessità di ottenere un risultato, ma totalmente libero, quasi amatoriale, e tuttavia moderno, innovativo. Un modernismo molto particolare, poiché questi designer, spinti da una visione nuova dell’arte e dell’architettura, si resero ben presto conto di lavorare in un posto unico e ben diverso dalle città. Un luogo dove sin dall’inizio avvertirono l’esigenza di fondere le loro personali conoscenze con le tradizioni costruttive ed estetiche del posto, le città di pescatori di Cape Cod. Proprio a causa di questa fusione fra tradizione e sperimentazione, localismo e Bauhaus, la tendenza cui essi diedero vita in quegli anni fu definita “modernismo regionale”.
Inizia così un capitolo nuovo della storia dell'architettura moderna, tuttora poco conosciuto. Sempre più artisti si riconoscevano in quelle idee e in quella concezione di vita e iniziarono così ad affluire verso Cape Cod, per progettare insieme il loro futuro. Vissero, si incontrarono, diedero luogo a feste, banchetti, nuotate in piscina, consapevoli di essere sulla soglia di una fase epocale eppure tutti ben piantati coi piedi e la testa a Cape Cod, una costa meravigliosa e dai paesaggi mozzafiato.
Alcuni di loro tornarono in Europa, non appena ne ebbero l’opportunità e i mezzi, altri restarono, affittarono case, comprarono terreni, viaggiarono lungo la costa e l’entroterra, progettarono case e residenze estive che ancora oggi suscitano l’ammirazione dei turisti e degli appassionati di architettura di tutto il mondo.
L’andirivieni continuò peri anni e in breve tempo Cape Cod divenne fucina di talenti e luogo di incontri di intellettuali e correnti provenienti da tutta l’America e dalle migliori scuole di architettura e design del paese.
I boschi e le dune si riempirono presto di case avveniristiche. Già negli anni '70 c'erano circa 100 nuove case, molte delle quali sono oggi comunemente catalogate su riviste specializzate, manuali di architettura e libri di scuola. Sì, perché queste case sono entrate in qualche modo nella storia, nella leggenda. E incontriamo artisti e architetti famosi, come Jack Phillips e Nathaniel Saltonstall, l'architetto autodidatta Jack Hall, il finlandese Olav Hammarstrom, allievo di Alvar Aalto, e ancora seguaci di Frank Lloyd Wright, tutti lì insieme in quegli anni a sperimentare qualcosa di nuovo, di avvincente.
Il libro è davvero ben scritto, poiché rivela una delle vicende architettoniche meno conosciute e tuttavia meglio documentate e tutelate della costa orientale, in una ricca cornice culturale, una specie di campus estivo per architetti ed intellettuali d’avanguardia, ispirati da idee anticonformiste, alla ricerca di un’architettura moderna e razionale, ma allo stesso tempo umana e capace di recepire la “tradizione” nell’uso dei colori, delle forme e dei materiali, sobri e vivaci ad un tempo, eleganti e tuttavia naturali. Un modernismo ancorato ad un forte senso della natura e del luogo, in un area stupenda dal punto di vista paesaggistico, ma anche esistenziale, se si pensa al modello di vita che questi artisti seppero proporre fra cocktail e falò in riva al mare, discussioni animate e riflessioni mai banali.

Ricco di ricerche, informazioni e foto d'archivio, il libro riesce a catturare l’attenzione del lettore, narrandoci in modo vivace una evento culturale fatto di vite ed idee che all’improvviso si incontrano e danno vita ad un progetto, ad un esperimento unico nella storia dell’architettura contemporanea. Un libro magistrale anche dal punto di vista stilistico, con un profondo senso del tempo e del luogo.
Christine Cipriani 
Christine Cipriani si occupa di architettura, design e storia dell’arte per il Wall Street Journal, l'Architect's Newspaper, Architect, Dwell e altre pubblicazioni. Ha curato la saggistica di editori come Beacon e Penguin. Vive a Boston e da piccola ha fatto una vacanza ad Outer Cape, da cui è nata l’idea del libro.
Peter McMahon 
Peter McMahon è il direttore fondatore della Cape Cod Modern House Trust, un’associazione nata nel 2007 che si occupa di archiviare, restaurare e pubblicizzare fatti, eventi e opere concernenti il “modernismo regionale”  di Cape Cod. È coautore del libro, insieme a Christine Cipriani. Il suo studio di progettazione si occupa di architettura sostenibile e restauro di edifici.

 

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