Legati da un doppio filo. Franco Bassi e l’Olivetti.

Categoria: design

20/03/2018 - Author: F.M.
Le mostre sulla Olivetti, come quella svoltasi nel 2018 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma o più di recente al Museo del Novecento di Milano, sono un’eccellente occasione per imbattersi nell’enorme patrimonio di idee e progetti che l’azienda di Ivrea ha prodotto nel campo del design e della grafica a partire dagli anni ‘40 del secolo scorso.
Nessun altro nome è forse più legato al marchio Olivetti, o meglio alla sua corporate image, di quanto lo sia Franco Bassi, morto nel 2006, che ha lavorato per quasi 30 anni, con Walter Ballmer, al Dipartimento di pubblicità e sviluppo della Olivetti, contribuendo a disegnarne l'identità aziendale sia come pittore e illustratore che come grafico e art director. E’ stata d’altronde una collaborazione eccezionale, in un momento in cui l’azienda era all’avanguardia della tecnologia mondiale, in uno dei settori più strategici e innovativi: l’informatica.
Eppure, tutto sembra essere svanito nel nulla: speranze, illusioni, tecnologie sofisticatissime, progetti avveniristici, un intero settore industriale.
In verità la Olivetti, come sostiene Ivo Mej in un suo articolo dedicato all’azienda (Olivetti, 110 anni e nessuno che abbia imparato la lezione),
era una “fabbrica di idee”, di progetti, di menti, di design e utopie, non di profitti. La “visione” Olivetti non era quella del moderno capitalismo. Il profitto non era il suo “valore principale”, piuttosto lo erano le cosiddette “positively disturbing ideas”,  come appunto i valori immateriali rappresentati dalla cultura e dalla capacità innovativa.
Non è possibile comprendere questa filosofia e in che modo Bassi vi abbia contribuito, senza dare un’occhiata ai numerosi lavori prodotti per l’azienda.
Spiccano fra questi, per rigore progettuale, chiarezza espositiva, lucidità di pensiero, semplicità stilistica e perfezione formale i Saggi di cultura contemporanea,  una serie di libri disegnati da Bassi per Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata da Adriano Olivetti.
Le copertine sono tracciate all’interno di una griglia rigorosa e l'immagine - illustrazione o fotografia - è incorniciata coerentemente all'interno di un quadrato, mentre i testi, disposti al di fuori del quadrato, sono chiari e leggibili. Il carattere utilizzato è il sobrio ed elegante Helvetica.
L’eleganza del design grafico e la disposizione rigorosa delle forme e dei testi contribuiscono così a rafforzare l’identità di brand, ponendola ad un livello comunicativo superiore, in cui non conta il prodotto che si intende “vendere”, ma l’idea che si intende “comunicare”.
Gran parte della produzione progettuale e artistica di Franco Bassi (Milano, 1920 – 2006) è custodita presso il Fondo Franco Bassi, per un totale di circa 50 progetti, con una documentazione composta da tre nuclei principali: bozzetti e prove di stampa, opere artistiche, produzione editoriale.
Bassi ha ricevuto, come pittore e grafico, il premio Mondadori 1969 e altri importanti riconoscimenti. Le sue opere sono esposte a Milano, Parigi, Londra e Tokyo.

 

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