Zhang Xiaogang e la psicologia di massa, dalla rivoluzione culturale alla rivoluzione economica.

Categoria: arte

22/05/2019 - Author: F.M.
Zhang Xiaogang, nato a Yunnan nel 1958 ed è un pittore simbolista cinese contemporaneo, con chiara impronta surrealista. I dipinti della serie Bloodline  sono prevalentemente monocromatici, ritratti stilizzati di persone e famiglie cinesi, con grandi pupille dilatate e occhi scuri, in pose particolarmente rigide che rievocano deliberatamente le foto di regime e i ritratti di famiglia della Cina comunista degli degli anni '50 e '60. Di recente Xiaogang si è cimentato anche con la scultura, trasferendo molti dei suoi personaggi enigmatici e stilizzati, nel mondo plastico e tridimensionale della scultura. Molte sculture sono state successivamente esposte in mostre ed eventi sparsi per il mondo. Xiaogang è infatti uno dei più importanti artisti contemporanei cinesi e senza dubbio uno dei più più ambiti.
La sua fantasia e la sua ispirazione ruotano intorno al mondo delle foto sbiadite di famiglia della Cina comunista e in particolare del periodo della Rivoluzione Culturale, e sono fortemente influenza dalla tradizione del surrealismo europeo, ma anche da pittori come Balthus, per quanto concerne l’aspetto onirico, e Bacon, per quanto concerne l’aspetto esistenziale, quel disagio che affiora spesso dai suoi quadri, dissimulato con indifferenza e tuttavia presente negli sguardi, nella rigidità delle pose, nello stile degli abiti, a testimonianza di una omologazione forzata sulla quale la nozione stessa di identità, all'interno della cultura cinese del collettivismo, si fonda e trae nutrimento. E ancora, il tema caro a Balthus di una sessualità infantile capovolta, travisata proprio perché repressa in tenera età, dal conformismo dell’educazione di regime. E qui entra in gioco la "famiglia", intensa come principio ampio, diffuso e sociale. I ritratti di Xiaogang si sdoppiano, si moltiplicano, si ampliano, padri e figli, madri e figlie, nonni e bisnonni, una genealogia infinita di antenati e progenitori immaginari, tuttavia affini, distinti soltanto per alcune sottili, quasi impercettibili differenze.
Come accennato, i ritratti di Xiaogang, specie quelli in bianco e nero, traducono in pittura i codici espressivi e semantici che sono tipici della fotografia, trasformando la qualità generica delle pose ufficiali in quadri archetipici di una famiglia ideale, astratta, senza nome né tempo, incorporando altresì l'estetica tradizionale cinese del disegno a carboncino. Storie individuali all'interno di narrazioni immaginarie, prodotte sulla base di regole e modelli seriali. Le macchie di colore che disturbano accidentalmente le immagini, tra l’altro, evidenziano discordanze ed anomalie rispetto alla narrazione principale, come se fossero graffi o imperfezioni di pellicole invecchiate: la nascita, le prime foto di gruppo, gli insuccessi personali, il destino, le ferite sociali.
Lo stile di Xiaogang tentenna fra monotonia e immaginazione dilatata, fra stoicismo e scorrere del tempo. In un silenzio quasi ironico e auto-compiaciuto, Xiaogang si serve della famiglia e delle sue caratteristiche genetiche, per conservare ed estendere le identità individuali: teste troppo grandi o mani troppo piccole, nasi prolungati e pettinature scompigliate forniscono indizi dello stato d’animo, delle emozioni soffocate, e conferiscono una dimensione psicologica complessa alle opere di Xiaogang, come in un sogno claustrofobico.
A volte lo sguardo alieno dei personaggi suggerisce una presenza quasi innaturale, una psicologia di massa inquietante, fra dottrina ufficiale e coscienza individuale, asservimento ed eroismo, ottimismo del passato e fallimento del presente. Le proporzioni spesso inquietanti dei volti disumanizzati sono sintomatiche di un conformismo socialmente ingegnerizzato, anonimo, che finalmente opera il suo ultimo trapianto: dal socialismo al boom economico, dalla rivoluzione culturale alla rivoluzione economica.

 

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